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Archivio storico di un giornale non più attivo

Sì, abbiamo vinto, ma siamo ancora vivi e questo non piace

No tranquilli, non sono impazzito. So bene che il Congresso comincia ora, so bene che mentre scrivo non abbiamo nemmeno ancora un dato ufficiale.

Però è così, abbiamo vinto, noi che abbiamo appoggiato questo progetto, abbiamo vinto.

Passo indietro. Perché si è fatto questo congresso? Erano scaduti i termini ? no. Crisi profonda? Veramente stavamo governando e anche con un certo successo riconosciuto in mezzo mondo.

Allora perché? Semplicemente perché una sparuta cerchia, piccola ma molto rumorosa, sosteneva che il Segretario fosse ormai in netta minoranza nel partito, che il partito non era con lui.

Bene, per silenziarli, prima che riuscissero a sputtanare definitivamente l’unico partito organizzato nel paese, ci siamo tutti rimboccati le maniche e abbiamo detto: facciamo sto congresso, facciamoli contenti. Sì, come si fa con i bambini capricciosi.

La prima fase è finita, il Segretario uscente riceve dai tesserati circa il 68% dei voti.

Cos’altro c’è da dire? Lo statuto è statuto, si va avanti e si deve arrivare al voto finale del 30 Aprile.

Il dato politico è pero accertato, non c’è ombra di dubbio. Chi ha urlato per anni e soprattutto negli ultimi mesi che il Segretario era un intruso non più gradito ai militanti, è stato sconfessato clamorosamente. Il voto ha stabilito con certezza assoluta che chi ha perso i contati con la base sono loro e non altri. Gente che continua a parlarsi addosso, e non mette la testa fuori dai propri salotti.

In un paese normale, tutti questi personaggi che hanno urlato ovunque soprattutto sui media, e che hanno costretto il partito e il paese a questo inutile congresso, oggi sparirebbero in silenzio, andrebbero in pensione, a coltivare la terra o a insegnare in qualche scuola privata.

Qui invece siamo in Italia, e quindi cosa fanno? Urlano ancora. Tanto qualche sporca carte che ci fa titoli o “Talksciock” che li fanno parlare li trovano sempre.

Solo che arriviamo all’assurdo, rasentiamo il ridicolo. Si parte dalla mistificazione dei fatti e dei numeri fino allo stravolgimento delle basi essenziali della democrazia rappresentativa che da “millenni” vuole che nelle consultazioni elettorali contino le percentuali e niente altro. Da ieri sera improvvisamente questa regola è cambiata. Conta il numero dei voti.

E credetemi mi addolora vedere gente che conosco, di cui ho stima, coprirsi di ridicolo sostendendo questa assurdità.

Comunque, se vogliamo scendere proprio così in basso facciamolo.

Cominciamo con un dato. Renzi ha preso nel 2013 ben 133.000 voti. Ieri ne ha presi, 141.000. Ha perso voti?

Se vogliono sostenerlo lo dicano, tanto ormai alcuni la faccia l’hanno persa del tutto quindi possono stravolgere anche la matematica.

L’affluenza? Quasi il 60% ieri, poco più del 55 nel 2013.

Si ma contano i numeri. Pensate che c’è un qualche povero imbecille che ha scritto che Renzi ha perso il 30% in quanto ha solo il 70, e una marea di gente è in giro per la rete a dire che il Pd ha perso il 30%.

Follia pura. Puntualizziamo, alle convenzioni di quest’anno hanno votato 29.000 persone in meno che nel 2013. Quindi il 10% in meno, altro che tracollo, altro che 30%.

Però, io personalmente trovo disgustoso che siano proprio alcuni protagonisti del 2013 a porre questo rilievo. Sì, perché mi tornano in mente tutte le sconcezze a cui dovemmo assistere in quella fase.

Mi torna in mente un segretario che lasciò fare la tessera contemporaneamente al voto, mi tornano in mente i gaglioffi dei vari capicellula fuori dalle porte con pacchetti di tessere in mano, mi tornano in mente code di novantenni, anziani in carrozzina, stranieri, gente che firmava il modulo con una crocetta.

Mai tesseramento fu più virtuale del 2013, che vide anche i congressi di circolo, i congressi provinciali e le parlamentarie.  Tessere su tessere, puramente virtuali, fatte da gente che non sa nemmeno cosa sia il Pd.

E facciamo paragoni con oggi?

Ma si vergogni, chi ci prova. Soprattutto un ex biondino che oggi si permette di parlare con la sua aria da prete francescano, il quale senza quei fenomeni nel 2013 non avrebbe raggiunto nemmeno il 15%.

Per oggi è sufficiente. Poi nei prossimi giorni parliamo di Roma.

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