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Archivio storico di un giornale non più attivo

NOTIZIE DAL MONDO – Cap. 12

 

FAKE-NEWS DI UN CERTO LIVELLO

Il 24 ottobre il Sole 24 ore ha pubblicato un articolo con il seguente titolo:

“Putin: pronti a comperare i BTP italiani”

Quello che è il quotidiano economico più diffuso a livello nazionale pubblica dunque una fake-news pro Cremlino. È un fatto. Spieghiamo perché diciamo che è una fake news.

La Russia ha un fondo di investimenti che si chiama “National Welfare Fund”; questa organizzazione può acquistare titoli di stato esteri, e può farlo, per statuto, solo con i seguenti Paesi: Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda, Spagna, Svezia, Regno Unito e gli Stati Uniti. L’Italia nell’elenco non c’è. Perché i Russi sono disposti a comprare buoni del tesoro solo da Stati con un’alta valutazione delle agenzie di rating. Non è certo il caso nostro.

È pur vero che, a firma di Andrea Franceschi, lo stesso giornale il giorno dopo ha smentito se stesso.

Ma intanto il titolo ha fatto il suo lavoro, è stato ripreso da altre testate giornalistiche italiane etc… e, a chi vi scrive, è tornato alla mente un report pubblicato  nel novembre 2016 sull’Atlantic Review: il titolo era: THE KREMLIN’S TROJAN HORSES, gli autori: Alina Polyakova, Marlene Laruelle, Stefan Meister, e Neil Barnett.

L’articolo iniziava così:

“Dal ritorno di Putin al potere nel 2012, il Cremlino ha accelerato i suoi sforzi per rianimare l’arsenale delle “misure attive” – strumenti di guerra politica a suo tempo usati dall’Unione Sovietica – che puntava ad influenzare gli eventi mondiali attraverso la manipolazione dei media, della società e della politica.
In verità, le “operazioni di influenza” sono una parte centrale della dottrina militare russa. Nel 2013, il Capo di Stato Maggiore, Valery Gerasimov, descrisse un nuovo approccio per ottenere risultati politici e militari attraverso “metodi indiretti ed assimmetrici”, al di fuori dell’intervento militare convenzionale. Questi metodi “non usuali”, come Gerasimov li ha chiamati, includono la manipolazione dello spazio informativo e dei sistemi politici.
La strategia non è limitata a quello che la Russia considera il suo “vicinato estero”, nello spazio post-sovietico….”

Ora, possiamo pensare che il titolo del 24 ottobre del principale giornale economico italiano sia stato affidato a un giornalista che non sapeva nulla di economia, così come possiamo pensare che per puro caso, in quello stesso giornale, per anni abbia scritto gli articoli degli esteri un giornalista il cui odio (non c’è altro termine) per gli USA trasudava da ogni riga e che per una semplice casualità quello stesso giornalista oggi scriva per il più filo-russo dei giornali on line filo-russi italiani.
…Oppure si può ritornare con la mente ad Andreotti, il quale diceva che a pensar male si fa peccato ma molto spesso ci si indovina. Non c’è alcuna certezza su questo o quell’episodio, però una cosa la si può affermare: le potenze mondiali non usano solo gli agenti segreti con la pistola sotto la giacca e il passaporto taroccato. Esistono anche gli “agenti di influenza”: politici, giornalisti, economisti, personaggi dello spettacolo che vengono usati per influenzare – appunto – le opinioni pubbliche dei Paesi che si intendono destabilizzare. E chi vi scrive a volte si domanda: quanti agenti di influenza a fedeltà russa ci sono in questo momento in Italia?

GLI USA STRACCIANO L’ACCORDO SUL NUCLEARE?

Nei giorni scorsi si sono letti sui giornali italiani titoli di questo tipo: Gli USA si sono ritirati dal trattato contro la proliferazione nucleare. Si va verso la guerra fredda.

Due inesattezze in meno di venti parole:

1) gli USA non si sono ritirati dal trattato, hanno annunciato che potrebbero farlo, sono in corso intensi colloqui con i Russi a questo proposito.

2) Nella “guerra fredda” con la Russia ci siamo precipitati nuovamente dopo la sollevazione anti-russa in Ucraina, e la cosa peggiora ogni anno che passa.

Le premesse
Negli anni ’80 del secolo scorso i Russi schierano dei missili nucleari a medio raggio, gli SS20. Questi missili non sono progettati per colpire gli USA ma sono puntati contro le capitali europee. Gli USA rispondono schierando in alcuni Paesi d’Europa – tra cui l’Italia –  i missili nucleari a medio raggio Pershing 2.
Nel 1987 Russia e Stati Uniti firmano il Trattato sui missili nucleari a medio-raggio (I.N.F.). L’accordo vieta la produzione di missili con un raggio d’azione compreso tra i 500 e i 5500 chilometri.

Perché l’I.N.F.?
L’equilibrio nucleare è fondato sul principio della “mutua distruzione assicurata”  (M.A.D.), tradotto: tu mi tiri una bomba atomica, io vedo il missile che mi arriva addosso e allora di bombe te ne tiro cento, tu le vedi arrivare e me ne tiri mille, insieme distruggiamo tutta la terra e non se ne parla più. Questo sistema dovrebbe scoraggiare l’inizio di una guerra termo-nuclerare. Ma se tu monti la bomba atomica su un missile a medio raggio, che in pochi minuti raggiunge l’obiettivo, io non ho il tempo di vederlo arrivare e il meccanismo della “mutua distruzione” salta.

Limiti del Trattato I.N.F.
a) Il trattato si limita a vietare i missili a medio raggio superficie-superficie. Se voglio tirare una bomba atomica su Anzio – ad esempio – da un lanciatore al suolo situato a Kalinin non posso farlo. Ma se gli tiro lo stesso ordigno sparandolo da un sottomarino situato nel Mediterraneo orientale posso farlo.
b) Il trattato coinvolge solo Russia e Stati Uniti, i cinesi – ad esempio – pullulano di missili atomici a medio raggio.

Perché gli USA hanno annunciato la volontà di ritirarsi dal trattato?
La pietra dello scandalo, per gli USA, si chiama 9M729 Novator (codice NATO SS 26 Stone) che è un missile che i Russi stanno mettendo in produzione ed è, appunto, creato per tirare bombe atomiche a medio raggio, lanciate da terra col sistema Iskander.

Cosa dicono i Russi?
Dicono: “Hanno incominciato loro”. I Russi sostengono che il sistema “scudo antimissile” schierato dagli USA in Romania e – tra non molto – in Polonia (Sistema Aegis Ashore) in realtà non è soltanto un meccanismo difensivo. Dai lanciatori dello scudo antimissile situato alle porte della Russia, con la semplice sostituzione del software, possono essere sparati missili a medio raggio Tomahawk a testata termo nucleare.

Tutta questa spiegazione è molto noiosa, scusate, ma trattandosi di bombe atomiche conviene informarsi almeno un po’.

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