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Archivio storico di un giornale non più attivo

TRUMP ABBANDONA LA SIRIA – LE PRIME REAZIONI DEI GIORNALI

ISRAELE

HAARETZ: “La ritirata USA in Siria dimostra che Washington è un alleato, ma fino a un certo punto”.
Il Dipartimento di Stato (americano) è giustamente preoccupato del fatto che il ritiro dalla Siria dà un’ulteriore prova che non c’è nessuno che può fidarsi di Washington.

JERUSALEM POST: “La decisione sul ritiro USA dalla Siria può gettare l’intera regione nel caos”.
La decisione USA ora rimette in questione tutto quanto è stato fatto negli ultimi quattro anni.

 

TURCHIA

HURRIYET: “Trump dice che “tutte” le truppe americane lasceranno la Siria
La ritirata segue la promessa del Presidente Turco Recep Tayyp Erdogan di un operazione militare contro le YPG/PKK. Ankara ha effettuato due operazioni militari separate nel nord della Siria in passato.

AHVAL (opposizione in esilio): “Con l’annuncio della ritirata delle truppe dalla Siria Ankara vince e Washington perde

 

RUSSIA:

SPUTNIK: riporta la nota di agenzia con cui Bloomberg ha dato la notizia della decisione di Trump di ritirare le truppe dalla Siria.

TASS:La Turchia si prepara per le operazioni in Siria
“La Turchia intraprende un intenso sforzo per preparare una operazione militare in Siria” ha detto oggi il Ministro Turco della Difesa, Hulusi Akar.

 

CURDISTAN SIRIANO

RUDAW:  “Qualche ora dopo che il Presidente degli Stati Uniti ha annunciato l’imminente e completo ritiro delle Forze USA dal nord-est della Siria il Ministro della difesa Turco Hulusi Akar dichiara che i combattenti Curdi a est dell’Eufrate: “Verranno seppelliti nelle loro trincee nei giorni a venire”.

 

STATI UNITI D’AMERICA

WASHINGTON POST: “La decisione di Trump di ritirare le truppe americane dalla Siria spaventa gli alleati e i consiglieri della Casa Bianca”.
Alti ufficiali, a conoscenza della telefonata di venerdì (scorso, tra Erdogan e Trump) hanno detto che Erdogan, tra le altre cose… ha chiesto a Trump perché gli Stati Uniti supportano i terroristi Curdi piuttosto che un suo alleato della NATO.
Molte persone, nel tentativo di capire le ragioni che stanno dietro ad  una decisione largamente considerata precipitosa e poco saggia, hanno concluso che la telefonata di Erdogan è la sola cosa che può spiegare cosa ha provocato la decisione di Trump.

FOREIGN AFFAIRS: “Il lungo addio americano”.
Il presidente (Trump) ha personalmente testimoniato di essere proprio quello che molti critici lo hanno accusato a lungo di essere: impaziente, irresponsabile, pigro intellettualmente, irascibile e narcisista. Comunque, e rimarcabilmente, questi difetti non ci hanno finora portato in un prevedibile disastro.
Ma la calma a livello superficiale dei due ultimi anni non ci deve distrarre dal crescere di una crisi della politica estera americana della quale Trump è sia il sintomo che la causa. …. La vera tragedia, comunque, non è che il presidente ha portato la sua difettosa visione della politica estera alla ribalta, ma che questa sua visione è semplicemente una straziante intepretazione di quanto sta rapidamente emergendo con il consenso della sinistra e della destra: e cioè che gli Stati Uniti devono accettare un ruolo più modesto negli questioni mondiali.

LIBANO

AL MANAR (Hezbollah): “La Russia dice che il ritiro delle truppe USA è un aiuto alla stabilizzazione della Siria”

 

IRAN

IRNA: riporta la nota di agenzia con cui Reuters ha dato la notizia della decisione di Trump di ritirare le truppe dalla Siria, e aggiunge:
“Gli Stati Uniti hanno guidato una coalizione internazionale illegale e non autorizzata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU con il pretesto di combattere i terroristi dell’ISIS. La maggior parte dei bombardamenti della Coalizione hanno invece colpito i civili, causando spaventosi massacri e distruzione di infrastrutture su larga scala”.

 

SIRIA

SANA: “Il Ministro degli Esteri Russo annuncia che gli USA hanno iniziato a capire che la loro opposizione agli sforzi esercitati dagli Stati che garantiscono il processo di Astana (Russia, Iran e Turchia) sulla Siria, ostacola gli stessi interessi degli Stati Uniti”.

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