L’ “INTELLIGENTIA” KILLER DELLA POLITICA

Ieri costretto da problemi di lavoro, ho visto in tv una trasmissione de LA7, iniziata con un panegirico sul nulla di un “VATE” . Almeno così è stato presentato, questo faceva supporre il modo riverenziale in cui gli si rivolgeva la conduttrice. Il “Dio sceso in terra” altri non era che il Filologo e Storico Luciano Canfora.

Il problema è che ha parlato ininterrottamente per un quarto d’ora infilando una fesseria dietro l’altra.

Certo, si fa presto a tacciare qualcuno di dire fesserie, spiega! Dati inesatti, parziali, inventati. Soprattutto mi ha sconvolto il metodo, l’argomentazione, di una banalità e superficialità che di solito sono tipici dei discorsi al bar o dal parrucchiere. Non posso non chiedermi che concretezza possano avere i suoi studi storici con una tale incapacità di analizzare il presente.

A scanso di equivoci, dico che metà delle cose che ha detto erano contro il M5S, quindi per me che dell’antigrillismo ne ho fatto una missione da 15 anni, il suo verbo doveva essere musica. Invece no, perché obiettivamente ho trovato le motivazioni che ha addotto alla critica del M5s, del tutto immotivate, fuorvianti e di bassa caratura. Tanto è vero che, cosa più unica che rara, mi è toccato concordare con la risposta del grillino Di Stefano.

Ora mi chiederete: ma a te che minchia te ne frega?

Era solo una riflessione, e da questa mi pongo due domande:

• Per quanto ancora dovremo delegare filosofi, antropologi, storici, professori del nulla, a spiegarci la politica? Quando capiremo che questa gente non ha alcun contatto con la realtà, non ha alcun senso pratico dei problemi, che sono permeati da sola teoria?
• Per quanto dovremo sentirci (e parlo da uomo del popolo) sudditi di chiunque usi linguaggi forbiti e citazioni a raffica, senza curarci del contenuto dei loro discorsi, che spesso è veramente di scarsissimo livello a dispetto dell’eloquenza con cui vengono somministrati?

Ora mi richiederete: ma a te che minchia te ne frega?

Niente, ma forse è su questo che si sta creando una spaccatura fra un mondo intellettuale-teorico e una reazione anti-intellettuale, populista che premia l’ignoranza e l’incompetenza.