Privacy Policy
MENUMENU
MENUMENU
MENUMENU
MENUMENU

Archivio storico di un giornale non più attivo

Basta!

Cari amici che ci avete seguito per qualche anno, è un po’ che non ci si vede e adesso vi spieghiamo perché.

Ci siamo presi una pausa di riflessione che finisce oggi con la decisione di interrompere la nostra attività.

Noi siamo poveretti, abbiamo a disposizione solo le nostre energie e per tentare di dare qualche volta delle versioni diverse, degli spunti di riflessione, di quelle energie ne abbiamo consumate molte, troppe. Nel nostro piccolo avremmo voluto dare un contributo microbo ma oggi tiriamo le somme, facciamo un bilancio e il risultato è inequivocabile: fallimento.

Purtroppo oggi più che mai!  Abbiamo combattuto assieme a voi diverse battaglie, ad esempio quella sul referendum. Tutto vano perché i risultati si sarebbero dovuti vedere oggi, è oggi che avremmo dovuto combattere per una proposta alternativa a quella che governa, che comunque è appoggiata dal 70% degli Italiani. Invece non è così, la politica è sparita dallo scenario. Ormai c’è solo gossip e tifo. I temi che dibattiamo, tutti al 99% non sono più temi politici, non sono quelli per cui servirebbero risposte chiare, ma che proprio per essere risposte dovrebbero seguire a delle domande. Invece non siamo più capaci di farci domande e guardate che non c’è tema su cui dovremmo farcene, perché la maggior parti delle tesi che sosteniamo non stanno in piedi. Però è così, semplicemente perché l’agenda la dettano i poteri forti, quelli veri che si servono di una stampa mediocre e asservita e su temi a volte bislacchi ci dividiamo, come nel calcio e nel Grande Fratello. Non c’è giorno in cui i distruttori di massa non inventino un nuovo personaggio, un eroe, e tutti ci dividiamo in “io sto con”.

In tutto questo, perché noi di Politeca, microbi folli che da anni fanno domande impertinenti, dovremmo continuare a bruciare energie inutilmente?  Se ne avete voglia potete scorrere i nostri temi del passato, vedere quante volte abbiamo messo in dubbio le tesi dell’Establishment e non siamo stati ascoltati, eppure poi i fatti ci hanno dato ragione. Giusto per dirne una, quando subito dopo il referendum abbiamo attuato una serie di inchieste in rete e nelle periferie per tastare il polso della gente comune. Allora l’informazione, gli intellettuali  e una parte della politica avevano certezze assolute: Renzi era odiato per via del JobsAct. Noi urlavamo: guardate che questi il JobsAct non sanno nemmeno cosa sia, questi ci parlano solo di “negri” di stranieri, di rom, di zingari.

Io personalmente mi ricordo che scrissi, prima delle elezioni politiche: “ ne riparleremo quando Salvini sarà Ministro dell’Interno”.  (cercatelo, lo troverete)

Abbiamo cercato di combattere in ogni modo le fake-news, non solo quelle provenienti dai social, quasi tutte di matrice grillina, ma soprattutto quelle della stampa criminale. Su Matteo Renzi se ne sono inventate di tutti i colori. Oggi però vedere che a parti inverse si usa lo stesso metodo verso il bersaglio di turno, non ci dà soddisfazione, ci suggerisce solo una parola: fallimento.

Con questo quindi ci salutiamo, è stato bello e vogliamo ringraziare quelli che ci hanno seguiti. Per la cronaca parliamo di più di un milione di persone, non dei soliti 3000 membri di 400 gruppi Facebook, sempre gli stessi.

Un abbraccio e un sorriso.

7+
Condividi su:

2 risposte a Basta!

  • Dispiaciuta come lettrice, perfettamente consapevole e in sintonia come amica.

    3+
  • Le lotte per le riforme, per lla democrazia, non sono mai inutili. Uno può sentirsela o non sentirsela di continuare, farcela o non farcela a continuare, ma rinnega se stesso se dice di aver lottato inutilmente.

    0
Chi è Online
Al momento non ci sono utenti online
Membri attivi di recente
WEBMASTER
Foto del profilo di Dr. Paul Huber
ADRIANO AMATO
ARCHIVIO ARTICOLI
GLI ARTICOLI PIÙ GETTONATI