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Archivio storico di un giornale non più attivo

Panella: conduttrice impietosa con tutti, indulgente con se stessa e i suoi pentamici

Stiamo per raccontare una vicenda nella quale fu coinvolta l’attuale conduttrice di la 7 Tiziana Panella quando la stessa era assessore in Provincia di Caserta.


«Mister collo di bottiglia»: così nelle conversazioni veniva definito il direttore Anthony Acconcia( compagno di Tiziana Panella)
«Irrilevanti rispetto alla posizione dell’indagato» o meglio «non necessarie» a chiarire fatti e circostanze che possono essere decifrati (e meglio) in altro modo. Ieri il gip di Santa Maria Capua Vetere Antonio Pepe ha respinto la richiesta del pm Cimmino che voleva inoltrare alla Camera l’istanza di autorizzazione a utilizzare le intercettazioni che coinvolgono direttamente il presidente della Provincia Sandro De Franciscis, all’epoca dei fatti ancora deputato. Il filone dell’inchiesta è quello scaturito da una costola del caso che aveva coinvolto, un anno fa, il direttore generale Anthony Acconcia e due consiglieri provinciali dell’Udeur. La vicenda riguarda le varianti al piano regolatore di Casagiove, che dovevano passare al vaglio del consiglio. Per accelerare l’iter fu redatto un «falso verbale» della commissione (datato 9 dicembre 2005): da qui l’accusa di falso ideologico che ha colpito sia i consiglieri, sia l’assessore provinciale dell’epoca Tiziana Panella (quale indiretta beneficiaria delle variazioni e della «condotta illecita») sia il presidente della Provincia. Un duplice falso, in verità, viene contestato. Quello della commissione che non si era mai riunita, e quello che riguarda il consiglio, che è stato indotto, il 16 dicembre dello stesso anno, all’approvazione sul «falso presupposto» dell’esistenza del parere vincolante della commissione. Le intercettazioni in questione sono cinque. Nella prima (e più interessante) il consigliere Domenico Bove chiama il suo collega e compagno di partito Giacomo Caterino e gli passa il presidente. De Franciscis, anticipando la richiesta dell’interlocutore, dice: «Condivido l’impostazione, non riesco a trovare il direttore, ho detto che domani mattina prendiamo in mano questa cosa». Il dialogo prosegue con lo sfottò di «mister collo di bottiglia» (il direttore Acconcia, amico da sempre del presidente) e con lo scherzo sui motivi (galanti?) che tengono temporaneamente fuori sede il funzionario. Ora il ragionamento del gip è questo: dando per assodato che i due parlano della variante al prg di Casagiove (la sequenza di altre telefonate intercettate lo prova) nulla però dimostra il coinvolgimento di De Franciscis nella «predisposizione del falso verbale» (che è l’oggetto dell’indagine). Anzi le intercettazioni «sembrano dimostrare il contrario, apparendo il De Franciscis non al corrente degli avvenimenti di quelle ore». Ancora meno rilevante appare la seconda intercettazione, in cui Acconcia e De Franciscis, nella mattina del 31 dicembre del 2005, parlano delle nomine ospedaliere appena fatte dalla Regione (il riferimento è per il neodirettore generale dell’ospedale di Caserta Luigi Annunziata), della lotta interna all’Udeur e si fa un vago riferimento «all’altra vicenda» (che però si era conclusa due settimane prima). «Irriconducibili» in toto infine alla storia del Prg le conversazioni al telefono registrate tra gennaio e febbraio del 2006: trattano di contrasti politici «di difficile intelligibilità», e di mozioni di sfiducia nei confronti di un non meglio identificato assessore regionale. Le cinque intercettazioni, però, non verranno distrutte: «restano utilizzabili – conclude il gip – nei confronti degli altri indagati».
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