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Archivio storico di un giornale non più attivo

Strane storie intorno al caso Minzolini

Intanto vi racconto questa, una bazzecola, ma che incuriosisce.

Minzolini  illustra nella sua difesa il problema di essere stato giudicato da un Magistrato precedentemente in politica in parte avversa.

Mi incuriosisce, voglio sapere chi è. Nel web non c’è traccia, tutti raccontano la storia e nessuno fa il nome. Allora cerco la sentenza, la trovo, e inquadro il personaggio imputabile. Io naturalmente guardo l’ultima sentenza, quella definitiva del 12.11.2015. (vedi sentenza).

Poi arriva Manconi e invece parla di Sinisi, e subito dopo tutti parlano di Sinisi. Quindi si parla della sentenza precedente, quella di secondo grado del 27/10/2014.

Chi è Giannicola Sinisi?  prestato alla politica per una ventina d’anni. Sindaco di Trani, sottosegretario dell’Ulivo con i governi Prodi e D’Alema, molto vicino all’ex presidente Giorgio Napolitano, candidato alla Regione Puglia, poi senatore ulivista.

Poi torna e giudica Minzolini.

Oggi invece si scoprono le carte, e adesso sappiamo che Minzolini si riferisce a Stefano Mogini, come io avevo supposto e che come vedete è relatore della sentenza definitiva .

Mogini ha una lunga storia, ma anche lui prestato alla politica, è stato Capo di Gabinetto del Ministro Mastella e praticamente facente veci di Prodi dopo le dimissioni del Ministro. Assieme a Scotto e.. Manconi. Lui, sempre lui, il marito della Bianca senza carta, uno di quelli che ha votato contro l’interdizione.

Mogini è anche noto per essere il Magistrato che si occupa del caso Ruby.

Sempre per la cronaca ci risulta che Renato Brunetta il 24/11/2015 abbia presentato in Parlamento una interpellanza al Ministro di Grazie Giustizia, che potete leggere qui e constatare che tutto il caso scoppiato solo oggi sui media era già noto. (vedi interpellanza)

Questa è solo cronaca. Se poi invece vogliamo parlare di politica, non sappiamo da che parte cominciare. Credo che non ci sia dubbio che la Giustizia in questo paese abbia bisogno di riforme serie, radicali, sostanziali e soprattutto efficaci.

Sappiamo ad esempio che è in atto la modifica del processo di secondo grado, diciamo un passo avanti, ma anche un’arma a doppio taglio, se non si pone rimedio a tutto il resto.

Questo episodio però ci insegna anche ad analizzare i fatti per quello che sono e non a decidere secondo l’appartenenza politica del soggetto.

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