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Archivio storico di un giornale non più attivo

MAI PIU’ CON QUELLA SINISTRA

MAI PIù

Scrivo queste due righe a titolo del tutto personale, so bene che non sono condivise da una parte del mio partito, e da tutti i miei amici.
Ma ribadisco, un NO netto. Io con questa sinistra, la sinistra da cui provengo e che è stata protagonista di tutta la mia vita ma che oggi ha perso la testa non voglio averci più nulla a che fare politicamente.
Oggi più che mai, dopo una campagna referendaria dove i miei ex compagni hanno dato il peggio di sé.
Hanno utilizzato gli stessi sistemi filonazisti della peggiore destra italiana che si è incontrata nel No, hanno usato le stesse bufale, le stesse menzogne, hanno fatto rinascere cadaveri dimenticati elevandoli a numi, hanno avversato una riforma di cui ogni suo punto era stato un cavallo di battaglia di diverse campagne della sinistra. Ha fatto tutto questo, perdendo la faccia e cancellando un secolo di storia solo ed unicamente per mandare a casa Renzi, più volte definito il maggiore nemico da abbattere.
No, non voglio avere a che fare con chi ho visto in piazza assieme ai manifestanti neonazisti di Casapound e Forza Nuova, cantare le stesse canzoni e gli stessi slogan. Non voglio avere a che fare con chi ormai da tempo porta avanti gli stessi identici obiettivi dell’estrema destra.
Non voglio avere a che fare con chi ha strizzato un occhio e ha fatto crescere il movimento più di destra che si sia mai visto in Italia, movimento che ha aiutato ufficialmente a eleggere a Roma il peggior sindaco che si potesse vedere nella capitale, sindaco legato mani e piedi con la vecchia destra romana, contrastando l’elezione di una persona per bene e competente. A chiudere questo scenario Fassina, unico consigliere romano dell’opposizione a votare a favore della mozione Raggi. Le destre tutte, pur essendo per il No, non sono scese a questo livello, Fassina sì.
Ma c’è anche un problema politico, io non voglio avere a che fare con chi si è dimostrato il peggior nemico dei lavoratori e delle classi meno agiate. Combattere il Jobs Act che nonostante le loro menzogne ha creato centinaia di migliaia di posti di lavoro, che ha contrastato dopo anni il precariato becero (ricordo nato da riforme di D’Alema) solo ed unicamente per la fantomatica abolizione dell’art. 18, mai di fatto avvenuta. Combattere i voucher anche diffondendo menzogne colossali sul loro uso, in realtà primo strumento nella storia nazionale che ha sostituito il lavoro nero occasionale. Una sinistra e un Sindacato che hanno combattuto come un nemico, un governo che ha messo mani per la prima volta al problema del caporalato, delle dimissioni in bianco, che per la prima volta ha messo nelle tasche dei lavoratori dei soldi, pochi, ma molto di più di quanto raggiunto da qualsiasi battaglia sindacale nella storia, soldi che ha tolto alle rendite finanziarie. Ovvero la prima vera redistribuzione.
No, mi spiace, parlo di una sinistra che ancora nel 2016 confina la parola “liberale” a destra, dimenticando le origini della parola sinistra e quindi del liberalismo. Equivoco creato con l’avvento del Marxismo, quando dittature becere quanto quelle di destra furono definite sinistra. L’equivoco del secolo scorso, ma che oggi non può non essere qualificato come pura idiozia. D’altra parte li abbiamo visti nei giorni scorsi santificare Castro mentre urlavano contro la riforma definita deriva autoritaria, c’è altro da dire?
Mi spiace, amici, ma la sinistra siamo noi, quelli che fanno cose di sinistra, non quelli che parlano di sinistra, il resto è fascismo, che sia colorato di nero o di rosso.

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