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Archivio storico di un giornale non più attivo

Come cambia un partito? tessere e sezioni contro il web ?

Ieri il Pd ha comunicato ufficialmente il numero dei tesserati, dopo la chiusura del tesseramento del 28 Febbraio.

La mia memoria va agli articoli del Fatto che mesi e mesi fa, a tesseramento appena iniziato avevano informato i propri lettori (truffandoli), che il tesseramento era crollato a 100.000 iscritti. Ricordo la notizia riportata da tutti i tg e le ore di dibattito sul tema dei Talk-Show de LA7.

Eravamo in pochi a urlare, che nessuno poteva sapere il numero di iscritti prima della chiusura del tesseramento e quindi la notizia era una delle tante Bufale del Regime in atto.

Ma va bene, oggi gli amici del Pd impazzano sui Social, elencando i numeri degli iscritti degli ultimi 3 anni, in costante aumento. Furbescamente non elencano il 2013 che era maggiore, i Bersaniani lo fanno notare, ma furbescamente non dicono che il 2013 era comunque la metà di quanto Bersani ereditò da Veltroni.

Vi dico la mia in proposito, credo che stiamo parlando del nulla. Il numero dei tesserati oggi ha un valore virtuale, aleatorio. Spesso è legato a eventi, o questioni di potere locale, dove vecchi signorotti vogliono mantenere la loro quota di controllo attraverso un pacchetto di tessere.

La riprova di quello che dico la trovate in una domanda che potete farvi: quante sono mediamente le persone che frequentano i circoli assiduamente, presenti a tutti i direttivi, alle assemblee? Sicuramente variano a seconda della località e del circolo, ma di sicuro sono una minima parte rispetto ai tesserati. E questo è quanto basta a definire il numero dei tesserati una quantificazione virtuale.

Il dato significativo è che nonostante lo sforzo dell’ultima segreteria che ha fatto salire gradualmente il numero degli iscritti di anno in anno, siamo sempre a livelli minimi rispetto al passato remoto.

Quando ne parlo con vecchi militanti (come me), le frasi di rimpianto e di nostalgia potete immaginare quali siano e le colpe da attribuire anche.

Esercizio inutile a mio avviso. Credo piuttosto che dobbiamo prendere atto che la militanza attiva non può più essere quella di una volta. Il mondo è cambiato, la vita delle persone e delle famiglie anche. Quelli che possono permettersi di dedicare ore quotidiane per essere presenti a un circolo sono pochi.

Qualcuno incolpa la rete, internet, i social. Non c’è dubbio che la rete abbia assorbito una buona fetta, anzi sia diventato il luogo dove maggiormente si svolge il dibattito politico. Siamo sicuri che questo sia un male?

Provate a pensare se non ci fosse Internet, cosa rimarrebbe? I talk-show de La7, ore di dibattiti su notizie false? I servizi speciali, finti truccati, della televisione?

Qualcuno mi dice che però il livello della rete è infimo. Intanto la rete è una bar, cambia il livello secondo che bar frequenti, se frequenti un posto malfamato, il livello sarà quello.

La rete comunque ti permette di scegliere, scorri velocemente, salti i post inutili, ti fermi in quelli di livello, che ti fanno riflettere, che comunque ci sono e sono tanti.

Purtroppo non posso dire la stessa cosa dei circoli oggi, delle sezioni ieri. Lì devi perdere ore del tuo tempo prezioso e se va bene ti godi un buon intervento, ma prima ne devi ascoltare altri 10 inutili di compagni che ripetono a memoria fesserie ascoltate in televisione.

In sintesi, bene le tessere, servono anche a finanziare i circoli. Bene che rimangano i militanti attivi, che si occupino soprattutto dei problemi locali, quelli reali, di cui difficilmente si occupano purtroppo.  Però rimaniamo con i piedi per terra, non si torna indietro. Il Pd farebbe bene a prenderne atto e guardare al presente e al futuro. Ed è inutile nascondercelo, il Pd nella rete ha sbagliato tutto, l’ha sottovalutata, non l’ha mai presa in considerazione seriamente e soprattutto non ne ha mai sfruttato la potenzialità.

Non è che debba essere io a ricordarlo che i voti che servono per governare il paese, le regioni, le città, li trovi qui in rete, non tra i tesserati.

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