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Archivio storico di un giornale non più attivo

NOI TUTTI, PECORE AL SEGUITO DEI POTENTI

Non se ne può più, amici miei, a volte viene veramente la voglia di dirvi, nteregghepiù. D’altronde come voi direte a me.

Lasciatemi per una volta (per oggi) sfogare, senza censure.

Trovo veramente insopportabile che tutti e dico tutti, si lascino trasportare dal torrente il cui percorso è segnato da un potere, forte e nascosto, nemmeno organizzato.

A che serve? A sviare l’attenzione dal disastro, quello che si sta compiendo, in Italia ma non solo.

Il mondo? Un brutto momento, molto brutto. Cosa sta succedendo in Siria, Yemen, Iran, Irak, ce lo racconta puntualmente su questo schermo il nostro Mario Rossi con la sua rubrica. Quale sarà il destino di centinaia di milioni di esseri umani, tutti in pericolo, non si sa, ma noi siamo attenti solo a quelle poche centinaia che salgono sui barconi, dividendoci in pro e contro, senza renderci conto che nessuna delle due fazioni si occupa realmente del destino di queste persone, nessuno si chiede cosa veramente si possa fare per questi popoli. Alla fine la questione migranti rimane solo un tema su cui dividersi politicamente, rendendoci tutti indistintamente sciacalli.

Per il resto, un mondo nelle mani di due disgraziati, uno Russo e uno Americano. Il primo, potente, intelligente, spregiudicato, riesce a influire e deviare le politiche di mezzo mondo attraverso i suoi soldi e i suoi servizi, senza scrupoli. L’altro, un semplice pagliaccio nemmeno tanto intelligente, il Beppe Grillo Us.

Torniamo nel nostro microbo paese, reso ancora più microspico da questa politica isolazionista voluta da Putin, che lavora da anni per disgregare l’Europa.

Intanto assistiamo alla disgregazione del nostro paese. Un’Italia afflitta da morbi distruttivi quasi incurabili, che si porta dietro da sempre, ma che ha un nucleo forte e attivo che le ha permesso di reggere, sempre e comunque, di far diventare una potenza economica questo paese e di renderlo inossidabile alle peggiori disgrazie.

Questo fino a ieri. Oggi questa certezza sta sbiadendo. Abbiamo mandato al governo un coagulo di incapaci e incompetenti, guidati da forze esterne che vogliono solo l’annichilimento del nostro paese. Quando ci parlavano di decrescita felice, qualcuno rideva, pensando fosse una fesseria. Certo molti non avevano capito che la decrescita riguardava i cittadini, la felicità quella loro, sempre più ricchi e potenti.

Questo governo non ha fatto ancora nulla di concreto, ma tutto quello che c’è sul piatto è quanto basta per mandare a ramengo 5 anni di lavoro duro e corposo per tirare fuori questo paese dalla crisi, non quella internazionale che non c’entra, ma dalla sua crisi, quella che lo aveva portato sull’orlo del baratro.  

Il problema è che questa operazione di restaurazione che stanno mettendo in atto questi criminali, non riporta il paese al 2011, lo riporta direttamente al 1945.

E davanti a tutto questo noi, pecoroni cosa facciamo? Ci dividiamo e discutiamo per intere settimane su chi è pro o contro Boeri, chi è pro o contro Saviano.

E allora lasciatemelo dire: chissenefrega di quei due, o di chiunque altro i media ci buttano quotidianamente in campo per dividerci, farci discutere , e distrarci. Che vadano a farsi fottere entrambi.

Quando prenderemo coscienza di cosa sta succedendo veramente?  Oggi leggo qualcuno scandalizzato perché Casaleggio ha detto che presto il Parlamento sarà inutile. E allora ripenso a quanti di voi mi hanno deriso quando anni e anni fa dicevo che il disegno del clan Grillo/Casaleggio  era esattamente la versione 4.0 del progetto nazista?

La cosa più triste? Vedere il mio ex partito, che dovrebbe essere oggi il luogo deputato a studiare e combattere questo problema, a proporre una via nuova e diversa, dividersi su balle dategli in pasto dai potenti, parlare di un fantomatico e inutile congresso, dividersi su inutili nomi di inutili segretari, misurarselo per vedere chi ce l’ha più a sinistra.

Riflettiamo amici miei e scusatemi se vi annoio non parlando di Salvini, sporco fascista e razzista.

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