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Archivio storico di un giornale non più attivo

Cosa sta succedendo in Iran ?

RuhaniLE PREMESSE

Il 14.07.2015 gli USA, la Russia, la Cina, la Gran Bretagna, la Francia e la Germania firmarono “l’accordo sul nucleare” con l’Iran.

L’acronimo dell’accordo è JPCOA (Joint Comprehensive Plan of Action)

L’accordo partiva dal 01.01.2016

COSA PREVEDE L’ACCORDO
L’Iran elimina completamente le riserve di uranio a medio arricchimento e taglia del 98% quelle a basso arricchimento. Riduce di due terzi le centrifughe portandole  da 19.000 a 6.104. Le centrifughe che resteranno attive dovranno essere solo di prima generazione, cioè le più vecchie e meno efficienti. Questa riduzione vale per 13 anni a far data dal 01.01.2016  (L’ uranio viene arricchito con la centrifugazione in serie).
L’Iran per 15 anni dopo la firma dell’accordo non potrà arricchire l’uranio a più del 3,67% e non potrà costruire alcun reattore nucleare ad acqua pesante.
Per 15 anni le attività di arricchimento saranno effettuate in un unico sito (Natanz) e per 15 anni non saranno permesse attività di arricchimento nel sito di Fordo.
AIEA monitorerà i siti nucleari elencati nell’accordo. Per altri siti dovrà chiedere il permesso a Teheran.

A COSA SERVE L’ACCORDO?

A rendere possibile l’uso del nucleare in Iran solo per scopi civili e non militari.

L’IRAN COSA HA OTTENUTO IN CAMBIO?

L’eliminazione delle “sanzioni secondarie”, cioè in questi anni l’Iran ha potuto ricominciare a commerciare con tutti i Paesi a parte gli USA.

CHI CONTROLLA CHE L’IRAN RISPETTI L’ACCORDO?

L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica

CHE DICE L’AIEA?

In questi due anni e mezzo l’AIEA ha confermato per 10 volte che l’Iran sta rispettando l’accordo.

AMMINISTRAZIONE TRUMP

Dopo la sua elezione Trump ha chiesto di rivedere l’accordo sul nucleare.

Cosa chiedono gli USA?

  • Sanzioni sullo sviluppo del programma missilistico iraniano.
  • Nessuna limitazione geografica nelle ispezioni e nessuna limitazione di tempo per la durata dell’accordo.

IL MONDO DIVISO

Le richeste USA hanno sollevato obiezioni negative da parte di tutti gli altri firmatari dell’accordo nucleare.

Le obiezioni principali sono:

  • l’accordo è sul nucleare, il programma missilistico iraniano non ne fa parte.
  • Tutti gli accordi sul nucleare firmati fino adesso nel mondo sono sempre accordi a scadenza temporale. Quindi anche questo.

PERCHÈ GLI USA CHIEDONO CONDIZIONI PIÙ DURE PER L’ACCORDO?

USA ed Israele sostengono che l’Iran finge di rispettare l’accordo ma in realtà sta arricchendo l’uranio con un programma segreto. E sostengono che i loro servizi segreti ne hanno la prova. Non possono pubblicare le prove per motivi di sicurezza (delle loro spie in Iran, presumibilmente).

LA ROTTURA

Visto che le richieste dell’amministrazione Trump non sono state accolte, gli USA a  maggio di quest’anno sono usciti unilateralmente dall’accordo.

TORNANO LE SANZIONI “SECONDARIE” DEGLI USA SULL’IRAN

Gli USA hanno applicato a suo tempo due tipi di sanzioni nei confronti dell’Iran:

  • Le sanzioni primarie: nessuna società o cittadino USA può commerciare con l’Iran. Queste sanzioni sono sempre rimaste attive, anche dopo la firma dell’accordo.
  • Le sanzioni secondarie: semplificando, qualsiasi cittadino o società di un qualsiasi Stato del mondo che commercia con l’Iran non può più commerciare con gli USA. Gli USA avevano tolto queste sanzioni dopo l’accordo sul nucleare del 14.07.2015 e adesso le hanno riattivate.

 

PERCHÈ NON SI SCAPPA ALLE SANZIONI SECONDARIE?

Perchè hanno carattere internazionale. Se una società ha affari in Iran ma fa affari molto più grandi in USA comunque non gli conviene continuare a fare affari in Iran. Un esempio su tutti è la Società francese Total, che opera sulle borse americane in modo importante. Anche se la Francia è favorevole a continuare l’accordo con l’Iran la Total ha già chiuso tutti i suoi investimenti in quel Paese. La stessa cosa ha già fatto Peugeot, per l’Italia Pininfarina, etc… l’Europa ha messo in piedi un tentativo di aggiramento delle sanzioni, tramite la Banca Europea degli Investimenti, ma non sta funzionando.

DUE BLOCCHI DI SANZIONI

Gli USA hanno diviso le misure sanzionatorie in due blocchi. Il secondo blocco è il più duro.

Ad agosto sono partite le sanzioni sul commercio in metalli preziosi, grafite, metalli grezzi e semilavorati (alluminio, acciaio), carbone, software industriali e conti denominati in ryal (la moneta iraniana) al di fuori dell’Iran.

Il 5 novembre scatterà il secondo blocco, il più duro. Partiranno le sanzioni su petrolio e idrocarburi, e sulle transazioni con la Banca Centrale Iraniana.

COSA STA SUCCEDENDO?

Sui prezzi cito soltanto fonti iraniane: il Centro iraniano di statistica nei primi 20 giorni di agosto ha registrato un aumento medio dei prezzi del 19%. Stiamo parlando di generi di prima necessità: polli, uova, riso, frutta, te, zucchero, medicine etc.. Si tenga conto che i salari in Iran sono congelati già da diverso tempo e il potere di acquisto del salario medio è precipitato. Nel settore automobilistico circa 14.000 operai hanno già perso il lavoro, la produzione è calata del 50% anche perchè – come detto – Peugeot, Mazda, Citroen e Hyundai hanno già abbandonato il Paese. Il forecast per il settore automobilistico è di un crollo dell’80% del volume di affari.
Nel frattempo chi ha dei capitali e ci riesce sta fuggendo dall’Iran.

Quando partiranno le sanzioni su petrolio e idrocarburi è ragionevole pensare chel’Iran andrà alla fame. È ragionevole pensare che i Paesi legati fortemente agli USA (Giappone e – soprattuto -Corea del Sud) aderiranno al blocco. La Cina ha dichiarato che non aderirà al blocco ma non aumenterà l’importazione di petrolio dall’Iran, si aspetta di capire cosa farà l’India. Inoltre potrebbe esserci il problema delle assicurazioni, se anche trovi a chi vendere il petrolio devi trovare una società assicuratrice che copra i rischi del viaggio…Staremo a vedere.

LE SANZIONI COLPIRANNO ANCHE I PAESI CHE COMMERCIAVANO CON L’IRAN, CHI PIÙ DI TUTTI?
L’Italia: siamo il primo partner commerciale dell’Iran, l’anno scorso il nostro interscambio con quel Paese è aumentato del 97% rispetto all’anno prima, con una quota di affari di 5 miliardi di euro.

COME REAGIRÀ L’IRAN?

Lo vedremo presto.
Un’unica notazione personale, su una questione tecnica che potrebbe non essere chiara a tutti: l’Iran non si può invadere, è troppo esteso. Chi vi scrive pensa che per invadere l’Iran servano 15 divisioni, il che significa averne a disposizione 30: 15 che combattono e 15 pronte a dargli il cambio. Gli USA, in tutto – a raschiare il barile – di divisioni ne hanno dieci. Non si può invadere l’Iran. L’unico modo per metterlo a tacere è un attacco nucleare con testate multiple. 

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Una risposta a Cosa sta succedendo in Iran ?

  • Esposizione chiara, per chi ha voglia di tentare di comprendere e magari farsi un’opinione non preconcetta. Grazie

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